Flavio Favelli (Firenze 1967), vive e lavora a Savigno (Bologna).
Ha rappresentato l’Italia all’ XI Biennale de La Habana e ha preso parte alla Biennale d’Arte di Venezia nelle edizioni del 2003 e del 2013. È stato selezionato per una residenza d’artista presso l’Istituto di Cultura Italiano di Istanbul e nel maggio 2014 lo storico complesso della scuola Galata Rum Okulu ha ospitato una sua mostra personale.
Favelli crea le sue opere utilizzando vecchi oggetti d’arredamento o di uso comune, come lampadari, cornici, bottiglie della Fanta o della Coca Cola, chincaglieria che rimanda all’estetica borghese degli ambienti familiari in cui è cresciuto o alla cultura orientale approfondita durante gli studi universitari. Le sue opere sono collages, sculture o installazioni in cui questi materiali di recupero vengono assemblati, dando vita a sovrapposizioni di senso che isolano l’oggetto dalla mera realtà materiale, elevandolo alla dimensione artistica. Questo passaggio non avviene tramite una snaturazione dell’oggetto stesso, ma attraverso un’amplificazione delle sue caratteristiche funzionali, del suo valore come oggetto d’uso, come oggetto di decoro, come icona di una quotidianità passata, inconsciamente compresente a quella attuale. La forte componente autobiografica di queste opere (che ispira anche le rare performances di questo artista) funge da filtro di lettura comune alle varie linee di indagine che Flavio Favelli porta avanti in tutti i suoi lavori e, attraverso la riflessione sulla memoria e lo sviluppo di una poetica dell’oggetto imperniata sul binomio esotico-quotidiano, egli riannoda la propria vicenda personale alla storia collettiva e alla riflessione politica.
Le opere di Flavio Favelli trasmettono un dichiarato senso di italianità. Nella sua pratica artistica egli ripropone e svolge le contraddizioni che hanno accompagnato il sorgere dell’arte concettuale (e della pop-art) a livello internazionale, calando queste stesse teorizzazioni all’interno delle forme e degli esiti raggiunti dalla tradizione concettuale italiana. Il risultato sono opere dall’anima ibrida che rendono difficile la collocazione di questo artista nell’ambito del panorama nazionale e che allo stesso tempo sottolineano la forte carica personalizzante sottesa al linguaggio articolato all’interno di ogni singola opera.