Fotografia e cinema come strumenti artistici
Aneta Grzeszykowska (1974), vive e lavora a Varsavia. I mezzi principali con cui Aneta Grzeszykowska lavora sono la fotografia e il cinema. Tuttavia, li tratta entrambi come strumenti per la realizzazione di esercizi artistici e ontologici di ricerca. Le principali strategie impiegate dall’artista sono: manipolazione del mezzo cinematografico e fotografico e, di conseguenza, anche dello spettatore. Grzeszykowska utilizza la fotografia e il cinema enfatizzando la dimensione performativa delle attività dell’artista e la sua visione femminista di concepire l’immagine e l’arte.
Nella serie “Selfie” (2015) che si colloca tra fotografia e scultura, Grzeszykowska crea iniziali sculture fasulle, utilizzando frammenti del proprio corpo, modellati in pelle di cinghiale ed esposti su sfondi di pelle liscia. La frammentazione del corpo, attraverso l’esercizio surreale di scolpire organi selezionati e l’uso di inquadrature fotografiche strette, porta ad un livellamento dei processi di creazione e distruzione. In vari modi Grzeszykowska smonta la propria immagine e manipola la visione del suo corpo, pervenendo infine ad un surrogato scultoreo. In questo modo si avvicina al radicale e l’affermazione stridente che l’autocreazione è semplicemente un altro mezzo imperfetto per affrontare la natura mortale del corpo.
La molteplicità delle figure, la fluidità e le qualità polimorfiche caratteristiche dell’arte di Grzeszykowska avvicinano l’artista alla donna-cyborg di Donna Harraway. Rompendo con schemi vecchi e superati, cornici sbiadite e fantasmi post-romantici e patriarcali, conserva un’imprevedibilità e un’ibridità che vanno oltre i confini delle possibilità identitarie binarie, collegando ciò che è umano con ciò che è tecnico, l’organico con il sintetico, il maschile con il femminile, ciò che è seducente e con ciò che è ripugnante.
Qui inseriamo le principali mostre a cui ha partecipato l’artista
Le opere esposte al Premio Sparti