Quattro luoghi per quattro mostre legate al corpo, tema dell’edizione 2024 del Premio.
A cura di Niccolò Giacomazzi e Martina Macchia.
La mostra suggerisce visioni plurali in un continuo spostamento da un corpo all’altro: da ciò che è animale a ciò che diviene celeste, dando spazio a quel che accade nel mezzo. Corpo postumano, mortifero, istintivo, luminoso, organico, relazionale e assente. Un ecosistema cangiante all’interno del quale le opere vivono e si relazionano a un’idea di corporeità multiforme.
Nella successione di attrazioni e dissonanze, i lavori si incontrano in un terreno fertile, dove viene lasciato respiro alla sperimentazione su temi e tecniche, spaziando dalla pittura alla performance, fino alle installazioni site-specific in dialogo con il territorio che ospita il progetto.
A cura di Giuliana Benassi.
Il progetto espositivo coinvolge 7 artisti italiani e internazionali. È strutturato come un percorso che invita a una lettura del tema del corpo, inteso come massa materica e frammentata, luogo e istanza per una possibile partitura simbolica e drammaturgica.
La mostra “intende affrontare il corpo e la sua relativa sillabazione attraverso la metafora della partitura, cioè interpretando la fisicità materica come “impasto sinfonico” dove talvolta le componenti singole denotano una certa autonomia e la loro “vivisezione” consente una lettura più viscerale della sfera corporale; allo stesso tempo il corpo inteso come unico organismo viene trattato come parte di un tutto più ampio, partecipando infine ad una narrazione legata a contesti sociali o di riferimento antropologico ed etologico.”
A cura di Zeno Rossi.
Una mostra personale di Terenzio Eusebi composta da due installazioni che intendono la dimensione corporale come misura abitativa e ludica del rapporto con lo spazio.
L’artista, legato alla città di Ascoli Piceno, compie nelle sue opere una riflessione innanzitutto di relazione con gli ambienti, dove il caso e la ciclicità quotidiana si incontrano e si scontrano lungo itinerari suggeriti dai materiali impiegati e dalle coordinate dello spazio preesistente. Il movimento meccanico, alternato alla stasi, conferisce alla mostra un ritmo visivo e gioca con la dimensione temporale.
Mostra personale di Sabino de Nichilo, vincitore della precedente edizione del Premio, accompagnata da un testo critico di Claudio Libero Pisano.
L’artista presenterà un corpus di opere scultoree frutto della recente ricerca dell’artista. Scaturite da una riflessione sul mondo post-pandemico, le opere esplorano le ipotetiche linee evolutive di una biologia teriomorfa e post-organica attraverso l’assemblaggio e la combinazione di elementi diversi, sfidando le potenzialità espressive della ceramica: il medium privilegiato della ricerca dell’artista. Nelle opere di de Nichilo tema del corpo è affrontato nella sua fragilità e scomposizione, nella sua possibilità di mutazione e ibridazione, fino a far emergere un superamento della centralità dell’umano.